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La sostenibilità sociale delle imprese

La sostenibilità sociale delle imprese

Dall’attenzione per l’ambiente a quella per la società, sono cresciuti la consapevolezza e l’impegno delle aziende. I 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile sono diventati un punto di riferimento globale: molti i progetti anche in Italia.

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Cosa significa essere sostenibili? Sostenibilità non si riferisce unicamente all’impegno per l’ambiente, ma il suo significato si estende anche alla dimensione economica e sociale. Inizialmente il termine è stato considerato sinonimo di Corporate Social Responsibility (CSR) o responsabilità sociale d’impresa (RSI), definita nel Libro Verde della Commissione Europea sul tema del 2001 come “l'integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”. Una definizione che la stessa Commissione UE, nel 2011, ha modificato in “responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società”. Non semplice filantropia, quindi, bensì la capacità di coniugare l’attività imprenditoriale con l’attenzione all’ambiente e alla società.

Il tema dell’impatto dell’attività economica sulla società è così importante da essere trattato anche nell’articolo 41 della Costituzione italiana: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”. Un argomento divenuto ancora più rilevante con la pandemia da Covid-19 che ha reso più chiara la necessità di muoversi tutti in questa direzione.

 

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile

Nel settembre 2015 i 193 Paesi membri dell’ONU hanno approvato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, articolata nei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) da raggiungere entro il 2030. Da allora l’Agenda 2030 rappresenta la bussola della sostenibilità nel mondo. Ogni obiettivo può essere conseguito solamente tenendo conto delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: ambientale, economica e sociale. L’attuazione dell’Agenda 2030 deve essere una responsabilità condivisa da tutti: cittadini, società civile, settore privato, comunità scientifica, con particolare attenzione alle popolazioni e ai paesi in via di sviluppo.

Gli obiettivi sono sconfiggere la povertà e la fame, assicurare salute e benessere, fornire un’istruzione di qualità, raggiungere la parità di genere, garantire acqua pulita e servizi igienico-sanitari, assicurare energia pulita e accessibile. Inoltre, incentivare lavoro dignitoso e crescita economica, promuovere imprese, innovazione e infrastrutture, ridurre le disuguaglianze, rendere città e comunità sostenibili, garantire consumo e produzione responsabili,lotta contro il cambiamento climatico, protezione della vita sott’acqua e sulla terra, promozione di pace, giustizia e istituzioni solide e rafforzamento di partnership per gli obiettivi. Obiettivi decisamente ambiziosi: siamo quasi a metà del tragitto e la strada da percorrere è ancora molto lunga.

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I dati sulla responsabilità sociale d’impresa in Italia

Il 24 giugno 2020 sono stati presentati i dati del “IX Rapporto sull’impegno sociale delle aziende in Italia”, l’indagine statistica punto di riferimento nazionale per conoscere i comportamenti delle imprese nell’ambito della responsabilità sociale e della sostenibilità. Condotta per la prima volta nel 2001 l’analisi è effettuata su un campione riferito a 400 aziende con più di 80 dipendenti e mette in luce come i comportamenti virtuosi delle imprese in questo ambito siano aumentati negli ultimi vent’anni. Nel 2019 il 92% delle aziende ha investito in azioni di CSR e sostenibilità (era l’85% nel 2017), un investimento in valore assoluto di 1.771 milioni di euro, quattro volte rispetto a 18 anni prima, mentre nei dati relativi all’anno 2020 si prevede un freno a causa dell’emergenza Covid-19. Il 37% delle imprese intervistate ha dichiarato di aver stanziato un budget per la CSR (130.000 euro in media) nel 2020 prima dell’emergenza sanitaria, ma poi ha deciso di ridurlo o annullarlo a causa della crisi economica, mentre il 40% delle aziende ha affermato che il proprio budget previsto (293.000 euro in media) non è variato nel 2020. Vi è poi un 18% di imprese che non aveva previsto un budget per la sostenibilità sociale ma, a seguito dell’emergenza, ha deciso di stanziarne uno (153.000 euro in media). Ma in cosa investono le imprese? Il 66% si concentra su iniziative interne (il 49% su azioni di formazione del personale), il 47% promuove iniziative dedicate al territorio vicino alla sede, mentre solo l’8% sceglie azioni rivolte all’estero: si conferma la volontà di migliorare il rapporto con il territorio e le comunità di appartenenza. Questo viene fatto soprattutto scegliendo di diminuire il proprio impatto ambientale: il 42% delle aziende privilegia azioni di investimento nelle tecnologie innovative per limitare l’inquinamento e migliorare lo smaltimento dei rifiuti, mentre il 38% investe per migliorare il risparmio energetico.

Quasi la metà delle aziende intervistate indica che la CSR porta anche un miglioramento della propria reputazione e il 40% indica un’evoluzione positiva nei rapporti con i territori e le comunità locali. Secondo il 49% dei manager intervistati, poi, l’attenzione dei consumatori sul tema è in sensibile crescita. Un fatto positivo: secondo una ricerca condotta da BVA Doxa sul livello di conoscenza e sul valore attribuito alle politiche di Corporate Social Responsibility di aziende e istituzioni,solo un italiano su cinque sa cosa sia la CSR, ma il 33% degli italiani ritiene “molto importante” essere messo al corrente della condotta di responsabilità sociale dei brand di cui è cliente, percentuale che sale all’84% se si tiene conto anche di chi ritiene questa informazione “abbastanza importante”.

Quali sono le aziende più virtuose

Nell’agosto 2019 181 CEO di alcune delle multinazionali statunitensi più note a livello globale riuniti nella Business Roundtable hanno dichiarato di voler cambiare il fine ultimo delle proprie società: dalla capacità di generare un utile per l’azienda e gli azionisti, ora l’impegno diventava quello di creare un valore condiviso con tutti gli stakeholder, dipendenti, azionisti, clienti, fornitori, insieme a tutta la società e alla comunità di cui si fa parte. Un’attenzione verso la sostenibilità che il Gruppo Enel ha messo al centro della propria strategia fin dal 2015 e che, nel 2020, le ha permesso di raggiungere un traguardo importante come il primo posto nel Dow Jones Sustainability World Index (DJSI World).

Come la pandemia ha cambiato la situazione

Quale impatto ha prodotto la crisi causata dalla pandemia da Covid-19 sul tema della sostenibilità sociale? Secondo un’indagine globale commissionata dal World Economic Forum e condotta da Ipsos, su un campione di più di 21.000 adulti di 27 diversi Paesi, il 72% delle persone preferirebbe che la propria vita si modificasse in maniera significativa piuttosto che ritornare alla situazione precedente alla pandemia e l’86% desidererebbe che il mondo diventasse più sostenibile ed equo rispetto a prima. 

Secondo quanto emerso dal quarto Sustainable Development Impact Summit del World Economic Forum, svoltosi nel settembre 2020, i cambiamenti che abbiamo visto in epoca Covid mostrano come una trasformazione radicale del nostro sistema economico e sociale fin dalle sue fondamenta sia possibile. È stato ribattezzato “Great Reset” e prevede un’azione congiunta a livello globale per rinnovare tutti gli aspetti delle nostre società ed economie, dall’istruzione ai contratti sociali, alle condizioni di lavoro.

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La sostenibilità sociale è un impegno concreto

L’impegno nella sostenibilità può andare oltre i singoli progetti, guidando l‘intera strategia di un’azienda. È il caso del Gruppo Enel, che ha definito anche degli indicatori di performance (KPI) da rispettare per contribuire al conseguimento degli SDGs dell’Agenda 2030 dell’Onu, e che attraverso Enel Cuore sostiene le associazioni del Terzo settore nella realizzazione di specifici progetti di sostenibilità sociale, legati in particolare all’imprenditoria giovanile. Al fine di misurare il livello di responsabilità sociale di tutte le organizzazioni, pubbliche e private, l’Osservatorio Socialis ha reso disponibile una nuova piattaforma digitale che permette anche di costruire un percorso su 6 macro aree, coerenti con i nuovi modelli di sostenibilità. Di seguito alcuni progetti sviluppati in questa direzione in Italia:

  • Il progetto Terre Colte, avviato nel 2017 da Enel Cuore in collaborazione con Fondazione CON IL SUD per il recupero di territori incolti o abbandonati nel Sud Italia, si propone di realizzare l’SDG8 dell’Agenda 2030, cioè lo sviluppo socio-economico e la creazione di posti di lavoro. Grazie a un finanziamento da 3 milioni di euro la produzione agricola è rinata in 100 ettari di terreni in cinque Regioni italiane, offrendo nuove opportunità di occupazione ai giovani e promuovendo inclusione sociale e lavorativa di persone in condizione di disagio. 
  • Sempre nell’ambito dell’inclusione sociale è nato il progetto Piada52 della Cooperativa Paolo Babini, con il sostegno di Enel Cuore, della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e di altri enti. Un chiosco bar di piadine e specialità romagnole nel parco della città riesce a trasformare la vita di un quartiere, favorendo l’inserimento lavorativo e sociale di soggetti svantaggiati e dando una nuova prospettiva ai giovani del territorio in cerca di occupazione.
  • L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), nata nel 2016 su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma Tor Vergata, si propone di far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni, la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 e di mobilitarli alla realizzazione degli obiettivi. ASviS riunisce attualmente 292 tra le principali organizzazioni della società italiana, tra le quali Enel Foundation, e contribuisce alla definizione di una strategia italiana per il raggiungimento degli SDGs oltre che alla realizzazione di un sistema di monitoraggio dei progressi.
  • Fin dal 2013 il Salone della CSR e dell’innovazione sociale rappresenta il principale evento in Italia dedicato a questi temi, con lo scopo di diffondere la cultura della sostenibilità, offrire occasioni di aggiornamento, facilitare il networking tra i diversi attori sociali. Nel 2021 la sua nona edizione si terrà a Milano, presso l’Università Bocconi, il 12 e il 13 ottobre. Ma il Salone va oltre i due giorni dell’evento nazionale, con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione alla sostenibilità e di raccogliere e condividere tante esperienze positive: il Giro d’Italia della CSR tra gennaio e maggio 2021 prevede 15 tappe lungo la penisola per promuovere un approccio sostenibile al business, valorizzare le esperienze delle imprese e dei territori e stimolare un confronto virtuoso. Tra maggio e novembre si terrà invece il Salone Extra, con contenuti fruibili online prima e dopo i due giorni dell’evento e nei format con pillole di approfondimento, interviste, presentazioni di libri. Un patrimonio di progetti, idee, esperienze che si arricchisce durante tutto l’anno.