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Adolescenti e salute mentale: l’impatto della pandemia sui più giovani

Adolescenti e salute mentale: l’impatto della pandemia sui più giovani

Questi anni di pandemia stanno mettendo i più giovani a dura prova: DAD, lockdown, distanziamento sociale, nuove abitudini. Come stanno reagendo? Come stargli accanto?

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La pandemia da Covid-19 ha cambiato drasticamente le interazioni sociali che tutti noi avevamo quotidianamente. Il distanziamento sociale evita il contatto fisico, i dispositivi di protezione individuale impediscono il riconoscimento di sorrisi, smorfie, segni basilari di espressione: sono misure di sicurezza imprescindibili e fondamentali, ma dal forte impatto sulla socialità tra persone.

Come è cambiata la quotidianità degli adolescenti?

Se di questi cambiamenti ne hanno risentito gli adulti, saldamente formati dal tempo sia caratterialmente sia mentalmente, i ragazzi della fragile età adolescenziale hanno accusato un duro colpo. Il lockdown ha ridotto le attività sportive e ludiche, costringendo i giovani a casa e cambiando le loro abitudini, la didattica a distanza (DAD) ha cambiato le modalità di apprendimento e di organizzazione dello studio: se è facile perdere la concentrazione in un’aula fisica guidati dalla spiegazione di un docente, rimanere concentrati durante una lezione davanti a uno schermo può ridurre notevolmente  l’attenzione e il coinvolgimento nelle attività didattiche. 

Ragazzi e disagio psichico nell’era Covid 

Gli adolescenti affrontano da sempre grandi cambiamenti e trasformazioni. Si tratta di un’età vulnerabile nella quale si è chiamati a realizzarsi come individui, ridefinendo i propri valori attraverso l’incontro con persone al di fuori del proprio nucleo familiare: amici, professori o allenatori sportivi. 

Questa ricchezza di input, considerata normale fino al 2019, è stata indebolita dall’arrivo del Covid-19. Gli adolescenti del 2022 sono profondamente cambiati rispetto ai coetanei dell’era pre-pandemica e la differenza più allarmante è nella loro salute mentale: lo confermano i dati di numerose analisi. 

Se, secondo il rapporto UNICEF, già prima del Covid-19 i giovani portavano il peso di problematiche mentali, l’impatto della pandemia potrebbe avere ripercussioni negative sulla loro salute nel lungo periodo. Stiamo parlando del futuro di milioni di ragazzi e ragazze: sempre secondo UNICEF, infatti, si tratta di 89 milioni di ragazzi e 77 milioni di ragazze tra i 10 e i 19 anni.

Da un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che analizza le famiglie italiane con figli minori di 18 anni, pubblicato nel giugno 2020, emerge che nel 71% dei bambini maggiori di 6 anni sono insorte problematiche comportamentali e sintomi di regressione; negli adolescenti, invece, i disturbi più frequenti sono somatoformi (come la sensazione di mancanza d’aria), quelli d’ansia e quelli relativi al sonno (difficoltà ad addormentarsi o nel risveglio).

Anche l’indagine commissionata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP), pubblicata a ottobre 2021, raccoglie evidenze scientifiche sul tema: i 5.621 psicologi presi in esame parlando di un aumento del 31% dei pazienti in terapia con meno di 18 anni. Tra loro 1 su 2 vive un disagio psicologico e 1 su 10 manifesta un disturbo, come afferma il Presidente del CNOP David Lazzari.

 

Come supportare i giovani?

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Ma come possiamo sostenere gli adolescenti oggi? A supporto dei genitori è necessario coinvolgere professionisti sanitari per promuovere concretamente la salute in ambito psicologico e neuropsichiatrico, in collaborazione conscuole, enti locali e realtà territoriali del terzo settore. È necessario rinforzare la rete di aiuto agli adolescenti e alle loro famiglie, promuovere comportamenti di prevenzione sanitaria con attività informative ed educative, favorire l’integrazione interdisciplinare creando nuove reti di contatto e apprendimento per gli studenti.

Sono già in atto iniziative varie iniziative con questi obiettivi, tra cui:

  • AiutaMente Giovani”: un piano per la tutela della salute mentale e la prevenzione del disagio psichico dei giovani lanciato dalla Regione Lazio;
  •  Il progetto Helping Adolescents Thrive – HAT di UNICEF: una serie di linee guida sugli interventi di salute mentale promotivi e preventivi per gli adolescenti, come lo sviluppo di politiche mirate, la pianificazione dei servizi e il rafforzamento dei sistemi sanitari ed educativi;
  • Prevenzione Scuola”: il progetto nato dalla collaborazione tra Enel Cuore e la Fondazione Progetto Itaca per fornire agli studenti delle scuole secondarie superiori, agli insegnanti e alle famiglie informazioni chiare sui disturbi mentali, su come riconoscerli e strumenti per supportare i ragazzi.

Il già citato Rapporto ISS consiglia poi delle accortezze quotidiane: cerchiamo di ricreare nuove abitudini e ritmi per uno stile di vita equilibrato, esprimiamo fiducia e supporto ai nostri figli, se notiamo segnali di disturbo non ignoriamoli ma ricorriamo al supporto di specialisti.

Non esiste un unico modo per aiutare gli adolescenti in difficoltà: è solo con un approccio sinergico e integrato che possiamo supportarli in modo concreto ed efficace.