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Campagna di sensibilizzazione “Non un mio crimine ma una mia condanna”

Sono stati presentati, presso il Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria della Lombardia, la Campagna nazionale di sensibilizzazione “Non un mio crimine, ma una mia condanna” dell’Associazione di Bambininisenzasbarre Onlus e il progetto pilota di Rete nazionale Spazio Giallo sostenuto e condiviso con Lega Solidale B, Enel Cuore.

Per tutta la durata della campagna, sarà possibile sostenere il progetto anche attraverso l’SMS Solidale 45503 – bambinisenzasbarre.org

Con l’occasione è stata inaugurata anche la ristrutturazione dello Spazio Giallo della Casa Circondariale di San Vittore che accoglie i bambini in attesa del colloquio con il proprio genitore in stato di detenzione.

Lo Spazio Giallo è, oggi, il progetto pilota di un nuovo sistema articolato per un approccio relazionale che investe il carcere quale parte integrante del circuito di accoglienza cittadino delle carceri milanesi – San Vittore, Bollate e Opera – a cui si aggiunge quello, in via di realizzazione, di Napoli nella Casa Circondariale di Secondigliano.

“Enel Cuore sostiene la famiglia soprattutto quando vive un’esperienza di vulnerabilità e di fragilità come nel caso della detenzione di uno dei due genitori – afferma Novella Pellegrini, Segretario Generale di Enel Cuore. Per questo la nostra Onlus supporta Bambinisenzasbarre nella realizzazione di spazi dove la famiglia può ritrovare la tranquillità in cui vivere la normalità del rapporto padre, madre, figli. In particolare proprio la tutela dei bambini è uno degli ambiti su cui si concentrerà l’impegno di Enel Cuore nei prossimi anni”.

Al termine della presentazione, nel campo di calcio Candido Cannavò di San Vittore, si è disputata la partita di calcetto tra detenuti con figli e detenuti senza figli, arbitro d’eccezione Andrea Abodi, presidente della Lega Nazionale Professionisti B. Contemporaneamente, negli istituti penitenziari di 15 città dove si svolge il Campionato di Serie B – Ascoli Piceno, Avellino, Bari, Brescia, Cagliari, Cesena, Como, Crotone, Latina, Livorno, Modena, Novara, Perugia, Pescara, Vercelli, Salerno, La Spezia, Terni, Trapani, Vicenza, Chiavari (Ge), Lanciano (Ch), si sono giocate partite di calcio fra detenuti con figli contro detenuti senza figli, in collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria della Lombardia, la Lega Nazionale Professionisti B e la Lega B solidale. Ad arbitrare sono stati i giocatori professionisti e i vecchi campioni della Lega Nazionale Professionisti B.

“Nel terzo settore non si è concorrenti ma si collabora tutti insieme. Lega B Solidale vuole essere uno strumento attraverso il quale ciascuna Onlus possa farsi conoscere. L’aspetto economico è sicuramente importante ma conta molto anche avere visibilità – ha sottolineato Andrea Abodi,presidente della Lega Nazionale Professionisti B – Nel caso di Bambinisenzasbarre possiamo sostenere una tematica strettamente legata ai bambini ma anche avere la possibilità di ribadire come lo sport sia uno strumento sociale prima che sportivo”.

Da 13 anni Bambinisenzasbarre cura, tutela e promuove il mantenimento della relazione figlio/genitore durante la detenzione di uno o di entrambi i genitori e il diritto del figlio alla continuità del legame affettivo. Un impegno costante che ha portato alla firma della Carta dei figli di genitori detenuti, la prima in Europa che riconosce i diritti dei 100mila figli dei genitori detenuti italiani, rendendo visibile la loro presenza nella società civile e negli Istituti penitenziari, quando incontrano il proprio genitore.

Il Modello Spazio Giallo è diventato progetto pilota nazionale della “Carta dei figli di genitori detenuti”, prima Carta europea firmata dal Ministro di Giustizia Andrea Orlando, e dal Garante dell’Infanzia e dell’adolescenza Vincenzo Spadafora e Bambinisenzasbarre.

“I detenuti con figli e detenuti senza figli sono scesi in campo, in questa occasione, per ribadire il diritto al mantenimento del legame affettivo figlio-genitore e il diritto di quest’ultimo alla genitorialità – ha dichiarato Lia Sacerdote, presidente di Bambinisenzasbarre – Soprattutto si vuole sottolineare il valore  della “Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti” e la necessità che venga realmente applicata dal sistema penitenziario e dalla magistratura chiamando la società civile a fare la sua parte riconoscendo i bisogni di questi minori senza stigmatizzarli in una prospettiva di comunità solidale e inclusiva che non li obblighi al silenzio e all’emarginazione perché figli di genitori detenuti”.