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Blue Dot, la prima risposta ai bisogni più urgenti dei rifugiati ucraini

Blue Dot, la prima risposta ai bisogni più urgenti dei rifugiati ucraini

Il racconto del nostro sostengo a UNHCR nel centro di accoglienza per rifugiati ucraini presso il valico di frontiera a Tarvisio.

 

Cosa si prova a fuggire da casa? E vedere con i propri occhi che la realtà quotidiana oggi è un territorio di guerra?

Non è facile da raccontare, ma vedere ai confini italiani il lavoro di prima assistenza di UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, fa capire che ogni prima azione di aiuto per queste persone è uno spiraglio di umanità che ridà loro speranza.

I Blue Dot sono punti di accoglienza attivati da UNHCR, insieme a UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, con il nostro supporto e una raccolta fondi da parte di colleghi Enel: spazi di supporto per rifugiati ucraini, prevalentemente donne, bambini e famiglie, nei valichi di frontiera in Friuli Venezia Giulia, a Tarvisio (Udine) e Fernetti (Trieste).

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Dentro i Blue Dot, a misura di donne e bambini

La mediatrice UNHCR Benedetta Inguscio racconta dal Blue Dot di Tarvisio la storia di una famiglia di Vinnycja (Vinnitsa), città dell’Ucraina centrale tragicamente nota per essere stata bersaglio di un attacco missilistico russo nell’estate 2022 che ha causato numerose vittime.

“Era una famiglia particolarmente vulnerabile: il padre era portatore di una fortissima disabilità e aveva guidato da Vinnycja fino a qua, quindi era particolarmente provato. In macchina c'era anche una bambina di circa sette anni e una neonata. E la famiglia era assolutamente sprovvista di beni per la neonata per cui questo punto di accoglienza è stato fondamentale per fornire un aiuto primario a tutta la famiglia con una particolare attenzione ai minori.”

Benedetta Inguscio, Responsabile Blue Dot UNHCR Friuli Venezia Giulia 

Nei Blue Dot trovano rifugio prevalentemente minori e donne che incontrano un team di operatori sociali, legali, psicologi, e mediatori linguistico-culturali. I bambini possono giocare e trovare svago, con la vicinanza di operatori anche di Save The Children; le mamme sono guidate in un percorso di orientamento affiancato da assistenza medica, legale e supporto psico-sociale, con una particolare attenzione a verificare che non siano state vittime di violenza.

“Dall'inizio di questo conflitto abbiamo già supportato 1.000.000 di persone. Ci sono oltre 6 milioni di persone sfollate all'interno dell'Ucraina e 8 milioni di persone che hanno lasciato l'Ucraina per cercare sicurezza in Europa. Con UNHCR siamo presenti dall'inizio del conflitto all'interno del Paese, in tutti i paesi confinanti e anche in Italia, anche grazie al sostegno di Enel Cuore, siamo riusciti a dare una risposta immediata a questa emergenza.”

Laura Iucci, Direttrice Raccolta fondi UNHCR Italia

 

L’importanza del primo aiuto

Sono oltre 10.000 le persone aiutate nei Blu Dot, con il 30% di bambini e il 70% di adulti, prevalentemente donne, sole e con figli a carico. Un primo luogo sicuro dove trovare aiuto umano, psicologico e legale ed essere ascoltati: per arrivare alla comprensione delle prime necessità di cui hanno bisogno i rifugiati, come è avvenuto per la famiglia di Vinnycja, i mediatori UNHCR avviano un dialogo diretto con loro per individuare quale sia il percorso di aiuto necessario.

E’ fondamentale che queste persone recepiscano, in un ambiente di tranquillità, quelle indicazioni cruciali e affidabili affinché possano continuare il loro viaggio in sicurezza, in maniera informata e protetta, perché soltanto così possono proseguire il loro percorso con consapevolezza.

“I Blue Dot rappresentano un modo in cui ci si siede di fronte a chi arriva, lo si intercetta per cercare davvero di dargli delle coordinate di lettura del nuovo paese in cui si va ad affacciare. Non necessariamente per restarci, ma con l'idea, eventualmente, di avere una continuità di educazione per i bambini, una continuità sociale in chiave di creazione di rapporti con altre persone, con una comunità di lavoro, perché non si perda la dignità che si era costruita nel Paese d'origine.”

Michele Crisostomo, Presidente Enel ed Enel Cuore Onlus

La nostra solidarietà al fianco di questo progetto ha trovato ulteriore conferma anche in altre aree del Gruppo. Ne è un esempio l'intervento di E-Distribuzione in tempi record per allacciare alla rete i Blue Dot.

"Siamo orgogliosi di aver contribuito all'allestimento di questa struttura. Un allaccio avvenuto in meno di un giorno, un intervento inserito nel più ampio progetto Allacciamo le Energie, avviato ai tempi dell'emergenza Covid ed ora esteso, purtroppo, anche all'emergenza Ucraina".  

Federico Panone, Responsabile Reti, Area Veneto e Friuli Venezia Giulia